La bellezza eterna di un tempio greco o la solennità di una cattedrale: sono queste le prime immagini che vengono in mente di fronte a un monumentale colonnato di marmo. Non certo la frenetica modernità di un distretto d’affari a Manhattan. Eppure esistono stilemi estetici che travalicano i confini del tempo e dell’iconografia convenzionale. Ne è una prova il One Vanderbilt, grattacielo nel cuore di Midtown Manhattan accanto alla trafficata Grand Central Station, fulcro della città. Inaugurato di recente ma già entrato di prepotenza nell’immaginario cittadino.
Visto dall’esterno, coi suoi 427 metri d’altezza e la sua punta rastremata che buca il cielo, questo gigante di cristallo cambia il volto del quartiere, strizzando l’occhio ai più nobili esempi di architettura newyorkese, come l’Empire State Building e il Chrysler. Ma è all’interno che la vertigine del grattacielo si appropria di un linguaggio ancor più sofisticato, affidando al marmo il compito di interpretarne, con plastico minimalismo, la maestosità.
Il merito di questo successo, certificato dal prestigioso AIANY Merit Award in Urban Design, sta prima di tutto in un lavoro di squadra, condotto dallo studio Kohn Pedersen Fox Associates (KPF) con gli sviluppatori di SL Green ed Hines, ma che parla anche un po’ italiano. Sì, perché la veste di marmo che impreziosisce la lobby del One Vanderbilt viene dalle Alpi Apuane, più precisamente da Rocchetta, cava di proprietà di MGI Group, l’azienda nostrana che da settant’anni estrae, cesella ed esporta la pietra più pregiata del mondo.
Per dare corpo alla loro idea di eleganza senza tempo, i designer hanno scelto il marmo Statuario Caldia®True White in finitura levigata, che illumina con il suo candore le due lobbies, i tre corridoi e i vani degli ascensori. Ma è soprattutto nelle sette imponenti colonne chiamate a presidiare l’ingresso che si esplicita in modo eclatante la qualità e la meraviglia di quest’opera italiana. La purezza della pietra è un dono della terra, ma per portarla dal ventre della montagna al cuore di Manhattan si è reso necessario uno sforzo enorme, che a quel tesoro naturale ha sommato la maestria di un know how antico e di una tecnologia all’avanguardia.
Alte fino a 15 metri, con un diametro di circa 2 metri e inclinazioni che variano da 1 a 3 gradi, queste colonne sono il risultato di un processo assai articolato, iniziato con la selezione di grandi blocchi di marmo Caldia®, da cui sono state ricavate delle pannellature concave a spessore variabile. Successivamente, si è ipotizzato il propagarsi delle venature nella pietra mediante simulazioni 3D e sono stati realizzati utensili speciali che si adattano alla forma curva, per ottimizzare le finiture superficiali. In questo modo non solo gli esperti di MGI Group hanno potuto prevedere la resa estetica delle colonne, ma anche ridurre del 30% i residui di lavorazione. Del resto, la chiave del successo di questa realtà italiana sta proprio nel controllo diretto di ogni step produttivo, dall’estrazione alla posa, passando attraverso tutte le fasi creative e implementative. L’eccellenza richiede meticolosità, e allora dopo aver plasmato le colonne, il team ha provveduto anche a effettuare una pre-posa in uno spazio di test dedicato, per studiare l’effetto finale e verificare che tutto fosse impeccabile.
Così si è arrivati alla superba composizione che si può ora ammirare varcando la soglia del grattacielo: un mix di classico e contemporaneo, dove la statuaria austerità del marmo incontra il carattere deciso del metallo, per poi lasciarsi scaldare dal legno avvolgente dei soffitti e dal luccichio spavaldo dell’ottone. Protagonista indiscusso della scena, il marmo Caldia®True White veicola l’idea di un lusso rarefatto. Con le sue vene nei toni del grigio a disegnare trame gentili, questo guscio solido e raffinato insieme introduce i visitatori in un’atmosfera avvolgente, che ammalia senza intimidire, l’ideale biglietto da visita di un luogo che vuole farsi polo sociale e non solo commerciale, di questo blasonato squarcio di Manhattan.
E ancora una volta, con questo progetto tra i più sfidanti e complessi della sua lunga storia, MGI Group si fa strada sulla platea internazionale, continuando ad elevare con la ricerca e la tecnologia la propria arte, un sapere millenario che non sente affatto il peso del tempo, ma anzi si ammanta ogni volta di nuove vibrazioni e significati.
Photocredits: Raimund Koch
Fonte: Elle Decor